
M. Lewis – Sandy Cove, Digby. N. S.
‘Ain’t much for travel anyway. Contented right here in my chair.
I’ve got a brush in front of me, I’m all right’
La casa di Everett è una stanza con un tetto, un letto, una stufa.
Non c’è acqua corrente né elettricità.
Everett è scostante, solitario: cammina per chilometri lungo la costa per vendere porta a porta i pesci che ha pescato lungo il percorso.
La sua vita è solo questo. Camminare, pescare, le poche parole che servono per vendere, guardare l’oceano sconfinato davanti a lui e la pianura sconfinata alle sue spalle, tornare alla stanza con il tetto e la stufa.
Quando Maud si presenta alla sua porta offrendosi come donna di servizio lui la guarda e non la vuole.
Maud è piccola, deforme. Inservibile.
Lei insiste, ritorna. E lui la guarda di nuovo e meglio e allora lo vede, intero, l’universo che, tutto, sta negli occhi di lei.
Rimarranno insieme tutta la vita.
Maud dipinge. Dipinge ogni centimetro disponibile della stanza col tetto.
Prepara cartoline da vendere insieme ai pesci.
Solo superfici piccole, adatte alle sue mani minuscole e contorte dall’artrite.
Solo colori puri, non mescola mai.
Prima una mano di bianco lucente – la luce della baia – e poi il colore che raccoglie direttamente dal tubetto.
Maud ha un segreto che sceglie di dimenticare e allora niente ombre, sulla carta.
Via, tutto via. Il passato, i ricordi, i bui.
Solo luce, luce e il colore del mondo.
(Maud Lewis, 7 Marzo 1903, Yarmouth -Nova Scotia)
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