La mia reclusione è cominciata il diciannove di febbraio di quest’anno. Il giorno prima ero al lavoro in libreria e il giorno dopo avevo la polmonite (un po’ a sorpresa, nonostante alcuni chiari segnali che non ho scelto di cogliere). Perciò, privata della possibilità di potermi prendere qualche libro nuovo per passare la convalescenza – e questo è faccenda che ora tutti sperimentiamo, ho riguardato la mia biblioteca. E ho ripreso in mano un volume della Penguin che contiene gli otto romanzi scritti da Nancy Mitford e che in parte avevo già letto, e che mi avevano sollazzato, qualche anno fa.

Nancy è la prima di una sequela di sorelle nate in una famiglia della nobiltà terriera inglese: famiglia che, nonostante gli usi e le etichette di prassi, racchiude una varietà di caratteri, disagi, manie e anche disperazioni (ma sempre nella variante britannica). Prima di una serie tra fratelli e sorelle (che meriterebbero una trattazione a parte*), Nancy è vitale, intelligente, disinibita.

Appena può si trasferisce a Londra passando da una festa all’altra, in una serie di inesauribili serate divertenti e folli insieme ad altri ‘bright young’ del bel mondo londinese. Ha sempre scritto, per lei, per i suoi fratelli, ma comincia seriamente per rinforzare il magro assegno che le manda il padre mensilmente.

Dalla vita dei giovani londinesi e dalle vicende della sua famiglia prende spunto per tirare fuori dei romanzi che sono assolutamente ironici, divertenti, comici: in una parodia perenne del mondo che la circonda non risparmia nessuno, né madri, né padri e soprattutto non risparmia le sue incredibili sorelle.

Battute perfette, riflessioni ancora oggi attuali, scrittura meravigliosa – e Adelphi ci aveva visto giusto nello scegliere di pubblicarla.

Sono quasi trentacinque giorni che passo con Nancy. Non potevo avere, per questo momento, compagnia migliore. Se vi interessa, la biografia delle sorelle Mitford è di Mary S. Lovell ed edita da Neri Pozza, che ha anche stampato una serie di gialli centrati sulle sorelle e scritti dalla brillante Jessica Fellowes.