“Quanto alla forza di volontà, ammesso che conti, dovete considerarla un fattore che non esiste mai al tempo presente, ma solo al futuro o al passato. Ad un certo momento avete deciso di fare o non fare una cosa, e il momento dopo l’avete bell’e fatta o non fatta; la forza di volontà funziona così”

(A mille miglia da Kensington)

Perché Muriel è così, netta, come una lama di porcellana su una zucchina.

Sarà stata questa sua particolarissima origine, parte scozzese, parte ebraica, certo è che ha una lingua bruciante e soprattutto glabra. Come molte donne si sposa col primo bell’uomo che possa portarla via dai cieli limpidi di Scozia che sembrano però schiacciarla in ambienti rigidi e poco stimolanti – la ragazza ha un intelletto mobile, vivace. Si trasferiscono in Africa dove il bell’uomo però si trasforma poco dopo in una sorta di padre-padrone manesco e Muriel non ci sta. Non la può costringere nessuno.

Tornata in Gran Bretagna sola e senza un soldo si guadagnerà da vivere scrivendo le biografie (molto romanzate e vendibili) di Mary Shelley, Wordsworth, Emily Brönte e durante la guerra verrà arruolata dal Foreign Office per confezionare sottili messaggi di propaganda: ‘se voglio scrivere, devo prima vivere’. Sicché, poche chiacchiere e molto pragmatismo. E non a caso la sua è una scrittura che la riflette, franca, diretta, cosi diretta e pulita da essere quasi perfetta, sempre con la giusta dose di crudeltà e giustizia.

Giustizia che mette nei suoi romanzi, che può pubblicare, finalmente, che raccontano gli ambienti che conosce bene: dalla scuola (Gli anni fulgenti di Miss Brodie) al mondo dell’editoria (A mille miglia da Kensington), Muriel non risparmia nessuno, né vecchi, né donne, né bambini.

E certamente non gli uomini, con i quali avrà sempre relazioni agitate, senza pacificazione. Così come poco pacificato è il suo combattere con il senso di oppressione che la domina da sempre e che in cerca di soluzione troverà una chiave – chiave che la accomuna ad altre scrittrici che amo, come Cristina Campo e Dorothy Sayers e che è così distante da me, eppure – nella religione cattolica, e che le farà fare i bagagli per trasferirsi definitivamente in Italia, a Roma.