A dire il vero ero indecisa se inserire Miriam Toews in questi ritratti di scrittrici: un po’ per l’età e un po’ perché gli argomenti dei suoi romanzi forse non sono esattamente da tè – per quanto letterario. Poi mi sono presa qualche minuto per risfogliare alcune pagine sue e l’indecisione s’è immediatamente dileguata.

Miriam Toews è una scrittrice canadese con un passato estremamente particolare e difficile: nata in una comunità mennonita, discendente di profughi fuggiti dalla Russia in piena rivoluzione, sente su di sé e sulla sua famiglia il peso terribile di una religione esasperata e malintesa che colpisce i suoi membri (e in particolare le sue donne) come una frusta cieca.

Il padre, un uomo gentile, colto e delicato, non regge e si suicida quando lei e sua sorella sono delle ragazzine. Ma mentre Miriam sembra uscire (dolorosamente) indenne dall’angoscia e dalla depressione, per sua sorella – che ci racconterà in modo struggente e intimo ne I miei piccoli dispiaceri affidandole il personaggio di Elfi – non sarà lo stesso; morirà anche lei suicida qualche anno dopo.

In tutti i romanzi di Miriam i temi del dolore, della fuga, della depressione, insieme a quelli dell’oppressione delle bambine e delle donne, tornano. Ma quindi, perché invitarla qui?

Perché se c’è un’autrice che è stata capace di sovvertire il tema del dolore è lei: Miriam Toews ha la capacità sublime di farti ridere, ridere tanto e forte, anche quando sei in metro da sola, parlandoti di cose terribili e dolorosissime. Ridere con gioia e con rispetto e credo che questa sia una magia della sua letteratura ed è impagabile, rarissima.

Le sue donne, che lottino contro una violenza o contro loro stesse, sono donne piene, senza paura di essere ciò che sono. Si sono perdonate da un pezzo, sorridendo.

Questa incapacità di perdonarci che è, tra tanti, uno dei miei…puny sorrows*.

All’inizio pubblicata da Adelphi e tradotta da Monica Pareschi (Un complicato atto d’amore – A complicated kindness) ora i suoi titoli escono per Marcos y Marcos.

*piccoli dispiaceri