La storia di Jean è quella di una meravigliosa, morbida orchidea strappata dal tropico e abbandonata con noncuranza su un marciapiede londinese in Gennaio.

Nata in Martinica da una famiglia anglo-creola, in seguito a una serie di rovesci economici della stessa viene riportata in Inghilterra al cui freddo non si abituerà mai e che la penetrerà talmente a fondo da diventare un fattore di distruzione psicologica per lei, invece che un mero dato metereologico.

Abituata alla libertà, alla possibilità di vivere nella natura, a contatto col mare e le foreste caraibiche, l’Inghilterra per Jean rappresenterà sempre una prigione fisica e mentale e vivrà costantemente il senso di sradicamento, di punizione immeritata.

È indubitabilmente bellissima e proverà a recitare, anche se sempre rifiutata per il suo accento bizzarro; troverà un ripiego riciclandosi come ballerina di fila.

Ma non sempre c’è lavoro per lei. Fragile, spaesata, incapace di farsi vedere e valere, trova rifugio nell’alcol – una forma di calore purché fosse – e si prostituisce, diventando sempre più dipendente dagli uomini per il suo sostentamento, sposandosi solo (quando lo fa) per bisogno.

Nei rari momenti di tranquillità, scrive e cerca vendetta e riscatto per tutte quelle come lei, mostrandoci l’altro lato della luna del giudizio e della morale: le ubriacone, le prostituite, le deboli, le folli hanno finalmente, nei racconti di Jean, l’occasione di dirsi e di raccontare una verità altra.

Delle tre sorelle Brontë la mia preferita è Charlotte (mi perdoneranno le amanti di Emily) e Jane Eyre è stato uno dei romanzi che ho più letto e riletto da ragazzina. Più volte mi sono chiesta chi e come fosse Bertha, la moglie di Mr. Rochester, della quale nessuno vuole parlare e che tanto ruolo, nel suo silenzio incatenato, avrà nello sviluppo della storia.

Quando, perciò ho letto Il grande mare dei Sargassi, la commozione è stata fortissima.

In un piccolo, eccezionale, miracolo di letteratura, Jean Rhys ci dice chi è davvero Bertha Mason, la fa parlare, le permette di dirci, finalmente, la verità. Da Il grande mare dei Sargassi a Quartetto, da Buongiorno, Mezzanotte fino alla sua dolcissima e malinconica autobiografia (Smile, Please*) questo è quello che fa Jean.

Riscatta le donne, quelle che non ce l’hanno fatta, quelle che non stanno nell’albo d’oro della riuscita femminile. Con la sua voce triste e perfetta da orchidea in Gennaio.

I suoi romanzi in Italia sono pubblicati da Adelphi

*Sorrida, per favore