Il primo Maggio del 1914 il fotografo tedesco August Sanders, mentre attraversa il Westerwald in bicicletta, scatta una foto a tre ragazzi, fratelli, che stanno andando a un ballo campestre. Poco tempo dopo i loro nomi, le loro vite e la loro storia verranno ingoiate dall’inferno della Grande Guerra e di loro non si saprà più nulla fino a che un altro ragazzo, decenni più tardi, non vedrà la loro foto esposta in un museo americano e, colpito a fondo dagli sguardi di questi sconosciuti, non deciderà di mettersi sulle loro tracce, restituendogli nomi, vita e storia.

Allo stesso modo, uno storico, sociologo e giornalista, si interroga sulle immagini della cronaca internazionale, appiattite nella bidimensionalità delle notizie battute distrattamente dalla stampa; scava, va alla ricerca di nomi e storie per cercare nuove ragioni.

Un romanzo-saggio (uno dei suoi più belli) per Richard Powers, e un saggio che si legge col godimento di un romanzo quello di Malcom Gladwell, tesi alla risposta a una delle domande che sembra tra le più semplici e che invece contiene in sé tutta la complessità dell’esistenza, quel ‘chi sei tu?’ che apre la porta a infinite risposte. E spesso, per questa infinità, ci sgomenta.

Richard Powers, Tre contadini che vanno a ballare, Bollati Boringhieri 2004 e Nave di Teseo, 2020, traduzione di Luigi Schenoni.
Malcom Gladwell, Il dilemma dello sconosciuto, Utet, 2020, traduzione di Eleonora Gallitelli.