Pensato come distopico e implausibile nonostante i fermenti razzisti e antisemiti che già agitavano l’Austria (illusoriamente) Felix, La città senza ebrei si rivelò essere il testamento corrosivo del suo autore, ucciso brutalmente con un colpo alla testa nella redazione del suo giornale, a tre anni dalla pubblicazione del testo, nel 1925, da un nazionalsocialista della primissima ora, fomentato da mesi e mesi di campagne antisemite.
Hugo Bettauer era un giornalista di genio, promotore di campagne di educazione sessuale pubblica. Una mente aperta e cosmopolita.

‘Una risata vi seppellirà’ potrebbe essere la morale del romanzo. Ma ridere non basta e se la risata è il mezzo deve essere pronta. Non disarmata.

Hugo Bettauer, La città senza ebrei, Chiarelettere 2020, traduzione di Matilde de Pasquale