‘Potete chiamare questa presa di coscienza in molti modi. Chiamatela trasformazione. Metamorfosi. Slealtà. Tradimento.
Io la chiamo un’educazione’

‘Ester invece aveva inflitto un torto a un uomo impeccabile. Aveva ingannato il rabbino HaCoen Mendes e da questo inganno era ossessionata’

Tara e Ester.
Intrappolate in un mondo in cui la fede può diventare una pesante catena fatta di doveri e cieca ubbidienza.
Non c’è spazio per compiere un destino scelto in libertà e autonomia e se un varco si apre il passaggio ha un prezzo altissimo.
Rinnegare le madri e i padri, tradire gli insegnamenti e le scritture. Vedere le proprie radici troncate.

Tara e Ester provengono da mondi e da tempi del tutto dissimili.
Mentre Tara è chiusa in un presente di cui non sa nulla, la voce di Ester, che ci viene dal passato, è una voce perfettamente consapevole di ciò che la circonda.
Ma sono femmine. E nei loro mondi diversi la femmina è destinata al servizio, al matrimonio, alla riproduzione e a quella che Ester chiama ‘gentilezza’ ovvero alla sottomissione.
Per tutte e due la rivoluzione arriverà dalla conoscenza, dai libri.
Tara riuscirà a frequentare il college e a ottenere un dottorato in Storia.
Ester sarà una delle principali corrispondenti di Hume e Spinoza.
Tutt’e due porteranno con loro il peso di un tradimento.

‘L’educazione’ è un memoir intenso, letterariamente potente.
‘Il peso dell’inchiostro’ è invece un romanzo che ha nell’esattezza della Storia il suo punto di forza.
Letteratura, storia, radici famigliari e identitarie e religiose.
Ricordo.
Libertà e Rivoluzione.
La rivoluzione, apparentemente semplice e banale e invece dolorosa e solitaria, dell’affermare con forza ‘io sono questa qui’.

Tara Westover, L’educazione, Feltrinelli
Rachel Kadish, Il peso dell’inchiostro, Neri Pozza