1 settembre 1899
Mio Mordechai,
trapela dalle tue ultime parole lo sconforto e la rabbia per la scarsa gratitudine che ricevi a fronte delle cure che stai prestando al cronicario. In parte posso comprendere la tua delusione. Ma è una piccolissima parte, quella che vorrebbe consolarti, forse.
Mio padre amava raccontare spesso la storia di Isaac Danilovič, il commerciante di pellicce della Moldavanka che si era invaghito di Maša, la giovane bambinaia dei Singer, forse li rammenti anche tu.
La seguiva ovunque, le faceva la posta con le braccia cariche di fiori e dolci. Le lasciava biglietti macchiati di colonia e lettere fradice di melassa sui gradini, alla porta di servizio. Mandava i suoi garzoni a seguirla e spiarla ai giardini di Alessandro quando portava fuori le piccole Singer.
Le si parava davanti per la strada, quando usciva per le piccole commissioni, furente, per quei fiori, dolci e biglietti rifiutati e le rovesciava addosso tutto il rancore per i sacrifici che tutto questo gli costava.
Come osava, una serva, una donnetta, una piccola incapace come lei, opporgli un rifiuto?
Maša si sentiva come un’oca nutrita a forza di amore indesiderato, con le ali inchiodate al marciapiedi. Soffocata da carta e petali e gorghi di parole. Vergognosa e in colpa per aver ricambiato, in principio, il saluto dell’uomo.
Finché una mattina i Singer, richiamati dal pianto delle bambine salirono alla nursery e non la trovarono più.
Nel biglietto di commiato alla famiglia aveva sottolineato con forza, tanto da strappare la carta, poche parole: Ho. Detto. No.
Sono convinta, Mordechai, che se amiamo qualcuno, se facciamo del bene a qualcuno, dobbiamo farlo liberamente, senza attenderci né ritorno, né gratitudine alcuna.
Se scegliamo di sacrificarci per qualcosa o qualcuno – un’idea, un amante, un figlio o un amico – è una nostra scelta che non può e non deve diventare un potere che vogliamo esercitare. Non può essere una corda che leghiamo al collo delle tante Maša che conosciamo.
Diversamente è solo sete di ambizione, ipocrisia ed egoismo. E io, invece, ti so limpido, mio amato.
Tua,
Anna

7 Giugno 2021 il 9:55
O che bella questa lettera. Dura e vera. Non si possono imporre attenzioni indesiderate agli altri. Non è amore ma narcisismo.
Complimenti davvero. E’ stato pubblicato al di là del blog qualcosa di suo? Col nome d’arte non compare niente.
Grazie
7 Giugno 2021 il 18:56
Grazie davvero Filippo. E no, non ho pubblicato nulla 🙂