‘Ti voglio bene’.
Non lo dico spesso e non lo dico a molti.
‘Ti voglio bene’ non è per modo di dire: non è ‘provo affetto per te’. E non è nemmeno ‘ti amo’. L’amore subisce gli umori del tempo, dei corpi.
Il bene no.
Perché bene per me è andare oltre: oltre le pieghe del silenzio e oltre le parole mal dette e maldestre. Oltre gli errori di comprensione.
Il mio bene passa indenne i rovesci di fortuna, le mancanze di tempo e di modo.
È in ascolto sempre: negli inciampi e nei nastri tagliati per primi.
E non sta nemmeno a guardare se è meritato o no.
Il mio bene ascolta solo la grande ragione che sta nascosta dentro, in un profondo che non so chiamare.